Nemesi.
La storia si vendica, puntuale. Chi ha costruito le sue fortune sul
cappio nei confronti degli avversari è finito malamente indagato per
corruzione. Più che di cerchio magico, bisognerà parlare di cerchio
tragico. Avevo già avuto occasione di scrivere, quando fu arrestato il
vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, che la
vicepresidenza era maledetta. Ora si tratta della presidenza. Il
presidente in carica Davide Boni è personaggio arrogante, chi ha avuto
occasione di assistere alle sue esibizioni pubbliche, sa quanto sia
spavaldo, sicuro di sé.
L'antipolitico
Boni è in pista dal 1993, quando diventa presidente della Provincia di
Mantova. Nella stessa legislatura avoca a sé la delega alle Attività
produttive e quella ai Trasporti. Nella stessa legislatura è pure membro
del CdA di Azienda Porti Mantova & Cremona e Presidente del
Consorzio Turisitco Vivi Mantova. Nel 2000 entra in Consiglio regionale,
riconfermato nel 2005, è nominato Assessore al Territorio, nel 2010 è
nuovamente eletto nel Consiglio regionale e ne diventa il presidente.
Non manca di ricoprire un ulteriore incarico, infatti è Presidente
dell'Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO). Nella migliore tradizione leghista, Boni ama cumulare cariche e gettoni, facendo credere ai suoi padani di essere duro e puro.
Un
vero barbaro, un gladiatore che avrebbe decapitato tutto il ceto
politico di "Roma ladrona" in un blocco unico. Ora si trova a doversi
giustificare per una presunta mazzetta di un milione di euro, si dice
per "esigenze di partito". La Lega, non contenta di aver esportato
capitali all'estero per "esigenze di partito", è diventata "ladrona"
(fino al giudizio definitivo, ovviamente).
Un
milione di euro non sono noccioline, neppure bon bon. Ora, si ridia
dignità ad una istituzione infangata. Dimissioni e nuove elezioni in
Lombardia sono indispensabili. Se c'è un'opposizione consiliare sarebbe
bene si manifestasse con segnali forti. Incominci a lavorare ad una
nuova legge elettorale regionale, elimini il listino e lo sbarramento.
Si limiti la presenza in Consiglio a non più di due legislature. Per
ridare credibilità alla politica è opportuno deprofessionalizzarla impedendo che diventi una attività stabile e si riducano drasticamente gli emolumenti ai Consiglieri.
Nessun commento:
Posta un commento