sabato 10 marzo 2012

Bon Bon Boni

Nemesi. La storia si vendica, puntuale. Chi ha costruito le sue fortune sul cappio nei confronti degli avversari è finito malamente indagato per corruzione. Più che di cerchio magico, bisognerà parlare di cerchio tragico. Avevo già avuto occasione di scrivere, quando fu arrestato il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, che la vicepresidenza era maledetta. Ora si tratta della presidenza. Il presidente in carica Davide Boni è personaggio arrogante, chi ha avuto occasione di assistere alle sue esibizioni pubbliche, sa quanto sia spavaldo, sicuro di sé.
L'antipolitico Boni è in pista dal 1993, quando diventa presidente della Provincia di Mantova. Nella stessa legislatura avoca a sé la delega alle Attività produttive e quella ai Trasporti. Nella stessa legislatura è pure membro del CdA di Azienda Porti Mantova & Cremona e Presidente del Consorzio Turisitco Vivi Mantova. Nel 2000 entra in Consiglio regionale, riconfermato nel 2005, è nominato Assessore al Territorio, nel 2010 è nuovamente eletto nel Consiglio regionale e ne diventa il presidente. Non manca di ricoprire un ulteriore incarico, infatti è Presidente dell'Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO). Nella migliore tradizione leghista, Boni ama cumulare cariche e gettoni, facendo credere ai suoi padani di essere duro e puro.
Un vero barbaro, un gladiatore che avrebbe decapitato tutto il ceto politico di "Roma ladrona" in un blocco unico. Ora si trova a doversi giustificare per una presunta mazzetta di un milione di euro, si dice per "esigenze di partito". La Lega, non contenta di aver esportato capitali all'estero per "esigenze di partito", è diventata "ladrona" (fino al giudizio definitivo, ovviamente).
Un milione di euro non sono noccioline, neppure bon bon. Ora, si ridia dignità ad una istituzione infangata. Dimissioni e nuove elezioni in Lombardia sono indispensabili. Se c'è un'opposizione consiliare sarebbe bene si manifestasse con segnali forti. Incominci a lavorare ad una nuova legge elettorale regionale, elimini il listino e lo sbarramento. Si limiti la presenza in Consiglio a non più di due legislature. Per ridare credibilità alla politica è opportuno deprofessionalizzarla impedendo che diventi una attività stabile e si riducano drasticamente gli emolumenti ai Consiglieri. 

Giuseppe Nigro - Segretario provinciale PSI Varese

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